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Macrolepiota Singer 1948

Specie tipo

Macrolepiota procera (Scop.) Singer 1948

 

Principali caratteri distintivi

Carpofori più o meno carnosi, di taglia da media a grande o molto grande.

Cappello squamoso.

Lamelle libere al gambo, spesso inserite in un collarium.

Gambo con base bulbosa, con anello membranoso mobile (scorrevole sul gambo).

Sporata bianca, bianco-crema (in una specie rosa pallido).

Spore lisce, ellissoidali, ovoidali, molto grandi, perlopiù 10-20 µm (eccetto M. puellaris), a parete spessa, con ampio poro germinativo prominente o tronco, con endosporio metacromatico.

Epicute di tipo tricoderma (a ife cilindriche articolate più o meno rialzate).

Giunti a fibbia praticamente assenti, presenti in alcune specie ma molto rari e difficile da trovare (da cercare nelle ife della faccia superiore dell’anello e sulla superficie del gambo).

 

Delimitazione

Tra i generi lepiotoidi, Macrolepiota si fa riconoscere facilmente a occhio nudo per via dei carpofori perlopiù piuttosto grandi, per il gambo con base bulbosa e con anello quasi sempre scorrevole su di esso, microscopicamente per le grandi spore metacromatiche a parete spessa e con grosso poro germinativo. I generi più vicini sono: Chlorophyllum e Leucoagaricus.

Chlorophyllum è costituito da una specie esotica rinvenibile in Italia nelle serre, raramente in natura principalmente in Sicilia, si tratta di C. molybdites (Meyer) Massee, simile a M. rhacodes ma con lamelle verdi nel carpoforo adulto per maturazione delle spore. Leucoagaricus annovera specie più piccole, con anello imbutiforme, di solito non scorrevole sul gambo, con spore più corte di 10 µm, in genere senza poro germinativo, alcune specie poro germinativo sono riunite nell’apposita sezione Annulati.

 

Ecologia

Funghi saprofiti a crescita terricola, nell’humus dei boschi, sia di latifoglie che di conifere, nelle radure erbose, tra l’erba ai margini di boschi, nei prati.

 

Commestibilità - Tossicità

Tra tutti i generi della famiglia Lepiotaceae, Macrolepiota è l’unico che raccoglie specie commestibili. In particolare è molto ricercata e apprezzata a scopo alimentare M. procera (comunemente conosciuta come mazza da tamburo), l’unica che noi consigliamo di consumare. Tuttavia, dai dati di letteratura, quasi tutte le Macrolepiota possono essere consumate, eccetto M. puellaris che ha provocato intossicazioni con disturbi gastroenterici a certe persone, probabilmente trattasi di casi d’intolleranza individuale. La comune M. rhacodes è anch’essa considerata in letteratura come specie commestibile, ciononostante noi ne sconsigliamo il consumo perché difficile da separare da M. rhacodes var.venenata, entità ritenuta tossica anche se messa in sinonimia con M. rhacodes da certi autorevoli autori.

 




  1. Coniophora puteana.

I funghi ci vengono a trovare in casa.

Centro studi del Gruppo "C. Vittadini" Monza - Cascina Bastia.